Le mura timoleontee

Giovanni
Le mura timoleontee

Visite turistiche

Le fortificazioni greche di Gela, meglio conosciute come Mura timoleontee di Caposoprano, costituiscono un'importantissima testimonianza archeologica del sistema difensivo che cingeva la collina sulla quale sorgeva l'antica città greca di Gela, fondata da coloni di Rodi e Creta nel 689 e definitivamente distrutta nel 282 a.C. La scoperta è avvenuta casualmente nel 1948, da parte di un contadino Le mura oggi come allora erano esposte a sud, in una zona particolarmente ventosa prospiciente la costa. Per tale ragione erano soggette a un continuo insabbiamento che ne provocava una diminuzione d'altezza mettendo a rischio la sicurezza della città. Si presume che, per aumentare l'elevazione in vista del probabile arrivo dei Cartaginesi in seguito ad un vistoso insabbiamento gli antichi abitanti della città decisero di realizzare una sopraelevazione in mattoni crudi che risulta in qualche tratto imperfetta, probabilmente a causa della premura dettata dalla preoccupazione del momento. Una tecnica sicuramente più rapida e meno costosa. È inoltre ipotizzabile che l'orografia della zona si presentasse in maniera differente da quella attuale, con le mura poste direttamente a picco sul burrone della collina scoscesa sulla costa. Le mura oggi come allora erano esposte a sud, in una zona particolarmente ventosa prospiciente la costa. Per tale ragione erano soggette a un continuo insabbiamento che ne provocava una diminuzione d'altezza mettendo a rischio la sicurezza della città. Si presume che, per aumentare l'elevazione in vista del probabile arrivo dei Cartaginesi, in seguito ad un vistoso insabbiamento gli antichi abitanti della città decisero di realizzare una sopraelevazione in mattoni crudi che risulta in qualche tratto imperfetta, probabilmente a causa della premura dettata dalla preoccupazione del momento. Una tecnica sicuramente più rapida e meno costosa. Le mura oggi come allora erano esposte a sud, in una zona particolarmente ventosa prospiciente la costa. Per tale ragione erano soggette a un continuo insabbiamento che ne provocava una diminuzione d'altezza mettendo a rischio la sicurezza della città. Si presume che, per aumentare l'elevazione in vista del probabile arrivo dei Cartaginesi, in seguito ad un vistoso insabbiamento gli antichi abitanti della città decisero di realizzare una sopraelevazione in mattoni crudi che risulta in qualche tratto imperfetta, probabilmente a causa della premura dettata dalla preoccupazione del momento. Una tecnica sicuramente più rapida e meno costosa. All'interno del perimetro delle mura, verso nord, è stato riportato alla luce il quartiere militare con resti degli edifici con gli alzati in mattoni crudi. Poco distante è stato scoperto un vasto quartiere residenziale di epoca timolontea che ha dimostrato l'estensione della città a ridosso delle fortificazioni. ciò che rende importanti le mura greche scoperte nel 1948 a Gela è lo straordinario grado di conservazione della parte realizzata in arenaria (praticamente intatta) e, soprattutto, dell'elevato in mattoni crudi che a causa della natura del materiale risulta difficilissimo da conservare, specie dopo quasi 2400 anni dalla realizzazione. Il tratto di fortificazioni rimesso in luce, infatti, in alcuni punti raggiunge un'altezza di quasi 10 metri così come si presentava agli occhi degli antichi geloi e agli invasori provenienti dal mare. Torri, scale, camminamenti, scoli, contrafforti e altri particolari fanno pensare ad un sistema difensivo complesso per una città che, posta in cima ad una collina costiera, doveva apparire quasi inespugnabile e immane, così come la definisce miticamente Virgilio nella sua Eneide.
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Le fortificazioni greche di Gela, meglio conosciute come Mura timoleontee di Caposoprano, costituiscono un'importantissima testimonianza archeologica del sistema difensivo che cingeva la collina sulla quale sorgeva l'antica città greca di Gela, fondata da coloni di Rodi e Creta nel 689 e definitivamente distrutta nel 282 a.C. La scoperta è avvenuta casualmente nel 1948, da parte di un contadino Le mura oggi come allora erano esposte a sud, in una zona particolarmente ventosa prospiciente la costa. Per tale ragione erano soggette a un continuo insabbiamento che ne provocava una diminuzione d'altezza mettendo a rischio la sicurezza della città. Si presume che, per aumentare l'elevazione in vista del probabile arrivo dei Cartaginesi in seguito ad un vistoso insabbiamento gli antichi abitanti della città decisero di realizzare una sopraelevazione in mattoni crudi che risulta in qualche tratto imperfetta, probabilmente a causa della premura dettata dalla preoccupazione del momento. Una tecnica sicuramente più rapida e meno costosa. È inoltre ipotizzabile che l'orografia della zona si presentasse in maniera differente da quella attuale, con le mura poste direttamente a picco sul burrone della collina scoscesa sulla costa. Le mura oggi come allora erano esposte a sud, in una zona particolarmente ventosa prospiciente la costa. Per tale ragione erano soggette a un continuo insabbiamento che ne provocava una diminuzione d'altezza mettendo a rischio la sicurezza della città. Si presume che, per aumentare l'elevazione in vista del probabile arrivo dei Cartaginesi, in seguito ad un vistoso insabbiamento gli antichi abitanti della città decisero di realizzare una sopraelevazione in mattoni crudi che risulta in qualche tratto imperfetta, probabilmente a causa della premura dettata dalla preoccupazione del momento. Una tecnica sicuramente più rapida e meno costosa. Le mura oggi come allora erano esposte a sud, in una zona particolarmente ventosa prospiciente la costa. Per tale ragione erano soggette a un continuo insabbiamento che ne provocava una diminuzione d'altezza mettendo a rischio la sicurezza della città. Si presume che, per aumentare l'elevazione in vista del probabile arrivo dei Cartaginesi, in seguito ad un vistoso insabbiamento gli antichi abitanti della città decisero di realizzare una sopraelevazione in mattoni crudi che risulta in qualche tratto imperfetta, probabilmente a causa della premura dettata dalla preoccupazione del momento. Una tecnica sicuramente più rapida e meno costosa. All'interno del perimetro delle mura, verso nord, è stato riportato alla luce il quartiere militare con resti degli edifici con gli alzati in mattoni crudi. Poco distante è stato scoperto un vasto quartiere residenziale di epoca timolontea che ha dimostrato l'estensione della città a ridosso delle fortificazioni. ciò che rende importanti le mura greche scoperte nel 1948 a Gela è lo straordinario grado di conservazione della parte realizzata in arenaria (praticamente intatta) e, soprattutto, dell'elevato in mattoni crudi che a causa della natura del materiale risulta difficilissimo da conservare, specie dopo quasi 2400 anni dalla realizzazione. Il tratto di fortificazioni rimesso in luce, infatti, in alcuni punti raggiunge un'altezza di quasi 10 metri così come si presentava agli occhi degli antichi geloi e agli invasori provenienti dal mare. Torri, scale, camminamenti, scoli, contrafforti e altri particolari fanno pensare ad un sistema difensivo complesso per una città che, posta in cima ad una collina costiera, doveva apparire quasi inespugnabile e immane, così come la definisce miticamente Virgilio nella sua Eneide.